Hai mai notato che, dopo aver visitato un sito, inizi a vedere ovunque i suoi annunci?2718
Non è magia (né stalking digitale): è retargeting, una delle strategie più potenti – e spesso più sottovalutate – del digital marketing.
Nel 2025, però, il retargeting non può più essere solo “riproporre lo stesso annuncio”.
Gli utenti sono più attenti, più informati e meno tolleranti verso contenuti ripetitivi.
Serve una nuova chiave: creatività, personalizzazione e timing.
1. Cos’è il retargeting (in parole semplici)
Il retargeting è una tecnica che permette di raggiungere persone che hanno già interagito con il tuo brand – visitato il sito, visto un video, aggiunto un prodotto al carrello – ma non hanno ancora completato un’azione (come un acquisto o una richiesta di contatto).
In pratica: non parli più a chi non ti conosce, ma a chi ti ha già notato.
Il vantaggio?
Costi più bassi e tassi di conversione più alti.
2. La regola d’oro: cambia messaggio, non persona
Mostrare lo stesso annuncio cento volte è controproducente.
Il segreto del retargeting efficace sta nel variare il messaggio in base al comportamento dell’utente.
Esempi pratici:
- Chi ha visitato una pagina “Servizi” – mostra un case study o una testimonianza.
- Chi ha aggiunto un prodotto al carrello – proponi un reminder con incentivo temporaneo.
- Chi ha guardato un video ma non ha interagito – invia un contenuto di valore per nutrire l’interesse.
L’obiettivo è accompagnare l’utente, non inseguirlo.
3. Segmenta, sempre
Non esiste un’unica campagna di retargeting: ce ne sono molte.
Le piattaforme come Meta Ads, Google Ads e TikTok for Business permettono di creare segmenti di pubblico basati su azioni specifiche.
Ecco tre segmenti da non dimenticare:
- Visitatori del sito negli ultimi 30 giorni
- Utenti che hanno interagito con post o video sui social
- Clienti che hanno già acquistato (per upselling o fidelizzazione)
Segmentare permette di ottimizzare il budget e mantenere la comunicazione coerente.
4. Retargeting creativo: idee che funzionano nel 2025
Il pubblico di oggi si annoia in fretta, quindi la chiave è rendere il retargeting interessante.
Ecco alcune strategie:
- Storytelling progressivo: racconta una storia in più annunci, ognuno un “episodio” diverso.
- Formati interattivi: quiz, caroselli e video brevi per aumentare il coinvolgimento.
- Humor e autenticità: l’ironia (ben dosata) abbassa la difensiva dell’utente.
- User Generated Content: usa recensioni reali o brevi clip dei clienti per creare fiducia.
Esempio: primo annuncio – teaser di prodotto, secondo – dietro le quinte, terzo – recensione vera.
Un percorso narrativo che stimola curiosità e familiarità.
5. Il tempo giusto conta
Il timing è fondamentale.
Un retargeting troppo insistente stanca, uno troppo lento perde l’effetto memoria.
In genere:
- entro 24 ore – reminder “soft”
- entro 3-7 giorni – offerta o contenuto di valore
- dopo 15-30 giorni – messaggio di follow-up o novità del brand
L’idea è “esserci senza invadere”.
- Misura, testa, ottimizza
Come ogni strategia digitale, il retargeting funziona solo se lo monitori.
Tieni d’occhio:
- CTR (Click Through Rate) – se cala, cambia creatività.
- Frequency – se supera 4-5, l’utente è saturo.
- Conversion rate – misura l’efficacia reale delle campagne.
Ogni test è un passo verso una comunicazione più intelligente e sostenibile.
Conclusione: il retargeting del futuro è umano
Il retargeting non è inseguire le persone, ma riconnettersi nel modo giusto.
Quando un annuncio parla davvero all’utente, ricordandogli perché ti aveva notato la prima volta, allora funziona.
Nel 2025 la differenza non la fa chi mostra di più, ma chi ascolta meglio.



